La tempistica stagionale degli eventi fenologici è fondamentale non solo per la sopravvivenza delle piante, ma anche per mantenere un’elevata produzione di alberi da frutto. Secondo alcuni modelli, con l’aumento delle temperature globali, in alcune aree i raccolti dovrebbero diminuire fino al 6-10% per ogni aumento di 1°C della temperatura. Studi recenti hanno evidenziato cambiamenti sostanziali nella fenologia già osservati con gli attuali cambiamenti climatici globali. In particolare, sono stati ampiamente documentati i progressi nella fenologia primaverile dovuti al riscaldamento nella maggior parte delle regioni dell’emisfero settentrionale. Questa tendenza è stata osservata anche nella fenologia del ciliegio dolce in Europa. In Germania, la fioritura dei ciliegi delle cultivar a maturazione precoce è avanzata fino a 4,7 giorni per °C, e nella Francia sud-occidentale le temperature più calde hanno influenzato drasticamente la produzione di ciliegie dolci. Oltre all’aumento del rischio di danni da gelo primaverile, l’anticipo delle date di fioritura può avere un impatto sulla sincronizzazione della fioritura con l’attività degli impollinatori e compromettere la crescita e lo sviluppo dei frutti. Questo sarà particolarmente vero per le aree con un inverno freddo dove l’accumulo di HR è limitante. Gli inverni più caldi possono anche essere associati a un ritardo della fenologia primaverile per le specie e le cultivar con CR elevati, con conseguente fenologia di fioritura anomala e produttività ridotta. I modelli per la disponibilità di freddo prevedono un aumento dell’effetto ritardante degli inverni miti man mano che l’aumento della temperatura diventa più pronunciato, soprattutto nelle località più calde.

Per la valutazione del rischio delle aree di produzione è necessaria una modellazione fenologica precisa dell’impatto del cambiamento climatico, compresa la mancanza di temperature rigide o l’esposizione al gelo, per prevedere le regioni che diventeranno sfavorevoli o favorevoli alla crescita e alla produzione. Questo approccio è stato utilizzato per scegliere cultivar di ciliegio dolce adatte alle condizioni climatiche previste nelle aree di produzione minacciate.

Di conseguenza, la risposta alla temperatura dovrebbe rappresentare un obiettivo prioritario per le strategie di selezione del ciliegio. Aumentare l’endodormienza delle gemme e la CR per ritardare la de-acclimatazione al freddo e l’inizio della crescita in primavera potrebbe essere un approccio limitato, poiché i futuri inverni caldi potrebbero non consentire il completo rilascio della dormienza in alcune regioni. Alterare le cultivar che hanno una HR più alta e/o una temperatura di base più alta per l’attivazione sarebbe un altro approccio per produrre un’attivazione delle gemme e una fioritura più tardiva per queste regioni. Inoltre, l’attenzione dovrebbe essere focalizzata sulla selezione di cultivar con minori rischi di frutti doppi dove le temperature estive sono in aumento. Gli approcci di modellazione predittiva potrebbero essere strumenti potenti per aiutare le strategie di selezione a superare la complessità di tutti i meccanismi coinvolti nelle risposte alla temperatura delle ciliegie.

I modelli fenologici sono preziosi per valutare l’impatto della temperatura, ma al momento sono limitati dalla mancanza di trasferibilità tra siti e cultivar. Pertanto, gli approcci futuri per i modelli predittivi dovrebbero basarsi su parametri misurabili più precisi, come i marcatori biochimici o molecolari o le osservazioni fenologiche per l’induzione e il rilascio di endodromi, nonché altri parametri ambientali come il periodo fotografico.